Copenaghen | visto da Enrico Battarra

Che cosa si dissero nel lontano 1941 Werner Heisenberg e Niels Bohr ? Su questa domanda Michael Frayn prende spunto per ideare la sua opera teatrale Copenaghen scritta nel 1998, qui diretta da Mauro Avogadro e interpretata magistralmente da Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice. In uno spazio immaginativo rappresentativo e non descrittivo di una aula di fisica, come tre neutroni durante una fissione nucleare, i due scienziati Heisenberg (Popolizio) e Bohr ( Orsini) insieme a sua moglie Margrethe (Lojodice) discutono animatamente scontrandosi l’uno con l’altro. Il celebre fisico teorico Bohr era solito fare lunghe passeggiate discutendo di questioni scientifiche insieme al suo allievo Heisenberg. Con l’avvento però della seconda guerra mondiale il loro rapporto non poté essere più lo stesso a causa delle origini ebraiche di Bohr. Il contenuto della loro ultima conversazione rimane un mistero ma l’autore attraverso salti temporali ci mostra varie ipotesi attraverso i dialoghi incalzanti dei tre protagonisti. Lo sviluppo della bomba atomica nazista fu probabilmente il motivo dell’incontro e in scena viene data particolare importanza ai fattori umani rispetto ai grandi temi scientifici. Di conseguenza come il principio di indeterminazione e di complementarietà importanti anche per la formulazione della teoria della relatività di Einstein, i sentimenti con cui Heisenberg andò da Bohr e quest’ultimo lo accolse nonostante i timori della moglie, possono essere vari e può non esistere una sola verità. Interpretazione di alto livello da parte dei tre interpreti data anche da una esperienza attoriale di grande spessore. Quasi due ore di un continuo dialogo con un ritmo sempre sostenuto e una energia sempre molto alta, anche se questo qualche volta faceva diventare le battute non molto vere per Popolizio. Nel complesso, in questa epoca dove si cercano così disperatamente nuovi linguaggi per un teatro contemporaneo se mai dovesse esistere, questo spettacolo lo consiglierei per far capire cosa è il teatro fatto di valori universali con attori che sanno trasmettere sentimenti e messaggi universali.