Per un’appassionata di quest’opera come me, il lavoro di Pierpaolo Congiu è stato “l’eco di un’aurora”: veder rivivere, quasi toccare, il mio Cyrano così magistralmente interpretato, è stata una grandissima emozione.
La scelta di presentare l’opera solo a poche persone ben si sposa con l’intimità del componimento che tocca corde di sentimenti preziosi come l’amore, anche quando non corrisposto, e il sacrificio per chi si ama: sensibilità non fuori moda quanto per pochi eletti. Questa idea di inclusione e partecipazione viene sottolineata ancora una volta dalla scelta di iniziare l’opera con Cyrano che emerge dal fondo del palco, a stretto contatto con il pubblico che perde la propria connotazione di spettatore passivo e diventa composto da cavalieri, borghesi, servitori, ladri, marchesi e cadetti.
Già dalle prime parole del Congiu si può sentire vibrare tutta la passione che mette nell’interpretazione fedele e potente di questo eroe romantico; viene affiancato dalla bella Tomatis, delicata e sognante Rossana, forse un poco “smorzata” a mio personalissimo gusto, ma non per questo meno capace. Infine abbiamo Ronco nella parte di un Cristiano forse meno sciocco di quello che Rostand avrebbe voluto ma probabilmente reso più attuale e sentimentalmente apprezzabile. I tre attori dialogano magistralmente in intrecci e battute, a tratti serrati e concitati o delicati e poetici, con arte e musicalità che ha il suo culmine nella memorabile scena del balcone: la rappresentazione più sincera di ciò che si possa arrivare a fare per amore.
Nonostante l’orientamento ad una scenografia introspettiva e minimalista, così come luci e musica – quest’ultima per altro molto ben scelta – ho decisamente apprezzato l’idea di un cambio scena affidato ad una “ruota del destino” che gira fino alle drammatiche battute finali di Cyrano in cui il turbinio della ruota sottolinea la concitazione degli ultimi momenti, il tempo e la vita che vengono meno, la verità finalmente svelata e la disperazione dell’amata che finalmente comprende chi fosse veramente suo cugino.
In conclusione, martedì sono venuta a teatro aspettandomi di assistere solo ad una buona recitazione, purtroppo con ancora negli occhi l’interpretazione di Depardieu, vista di fresco; ma mai mi sarei aspettata di emozionarmi tanto o di ritrovare l’amico di tante nottate all’insegna della buona lettura e della spensieratezza. Ora non resta che aspettare la prossima data per poter apprezzare di nuovo questo capolavoro.