3,2,1, click. Sulle foto, la corsa ineffabile e vorace del tempo viene fissata in istanti, dinoccolata in quanti discreti. Ci sono componenti della vita che scorrono cosรฌ veloci, che bisogna ricorrere al Fotofinish per poterne apprezzare i dettagli.
Fotofinish di Mastrella e Rezza catapulta lโosservatore al centro di una corsa turbinosa e caotica, fatta di scene che dapprima appaiono come istantanee in un susseguirsi frenetico, eclissandosi a vicenda e riemergendo senza preavviso, come rincorrendosi.
Un uomo solo che si auto-fotografa, un astronauta in fuga dal mondo, un bambino con piรน giocattoli che affettoโฆ Squarci di vite apparentemente sconnesse si intersecano come sfaccettature di uno stesso nucleo comune, personalitร diverse si contendono la scena girando attorno a una serie di oggetti ambigui dallโentitร mutevole in un flusso vorticoso, progressivamente sempre piรน promiscuo. Chi sono tutte queste persone?
Con umorismo caustico che ora carezza il riso, ora graffia con provocazione, Rezza sul palco non incarna un personaggio: dร vita alla solitudine stessa; sviscerandone i volti mutevoli, mostrando la facilitร ingannevole con cui essa scivola in profonditร nelle pieghe dellโanimo per annidarcisi e scavare percorsi, allโombra dello scorrere quotidiano dei giorni, nella mente, fino a logorarla; fino a prendere il sopravvento sul comportamento e sfociare nella disperazione, nella follia, nella distruzione.
La solitudine che abita intrinsecamente la vita dellโuomo chiede ululando di essere ascoltata. Ad essa sottende il bisogno viscerale di affiliazione che ci unisce. ร un bisogno fondamentale e costitutivo che scaturisce dalla nostra stessa natura umana, a cui non possono sopperire i beni materiali, la fama, la violenza; che non puรฒ essere messo a tacere, che a sprazzi riemerge senza preavviso in cocenti vampate dโira, prendendo a frustate la coscienza, sempre piรน difficile da soffocare.
ร il reciproco contatto la matrice capace di colmare le lacerazioni della solitudine: contatto, riconoscimento, comunicazione, condivisione.
Tutto questo รจ ciรฒ che si vive nellโesperienza di Fotofinish: compartecipazione totale, dissoluzione completa della quarta parete, tuttโuno di attori e pubblico, senza piรน copione, senza diaframma tra palco e platea, senza separazione tra messa in scena e vita reale. Ciรฒ che rimane รจ aver compartecipato ad unโesperienza di reciproca interazione, che non puรฒ svanire usciti da teatro, sicchรฉ vita stessa รจ.