BESTIARIO DEL FIRMAMENTO DI LUIGI MAINOLFI
Dopo Rossoro di Carla Accardi e Applausi di Aldo Mondino, il Teatro Duse ha il piacere di ospitare per la Stagione 2019/2020 Bestiario del firmamento, il sipario dell’artista Luigi Mainolfi.
Dall’aprile 2018 Bestiario del firmamento è parte di una originale collezione di sipari realizzati da grandi artisti italiani per il Tuscany Hall, Teatro di Firenze che annovera le realizzazioni firmate da importanti artisti contemporanei italiani. La collezione, iniziata nel 2005 con Applausi di Aldo Mondino, si è arricchita negli anni con i lavori di Carla Accardi (Rossooro, 2007), Getulio Alviani (Permutabile negativopositivo, 2009), Mimmo Paladino (Attori 2012), Nicola De Maria (Musica colorata dai sogni 2015) fino al sipario del 2016 di Pino Pinelli (Pittura R n015 101 Ellementi.I).
L’opera rappresenta sagome di animali fantastici realizzati in velluto bianco, visioni ancestrali tipiche del lavoro dell’artista campano, applicati su uno sfondo di velluto blu notte, il colore del sogno, della poesia e che nel teatro, come una forma d’arte vivente, trovano la loro collocazione ideale.
Luigi Mainolfi nasce in provincia di Avellino nel 1948. Dopo gli studi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1973 si trasferisce a Torino, attratto dal panorama artistico e culturale della città che negli anni Settanta rappresentava il centro dell’avanguardia artistica italiana. I primi lavori, tra il 1972 ed il 1976, indagano il corpo e il gesto. Nelle prime esposizioni/performances presenta calchi del proprio corpo in gesso che lascia consumare nell’acqua (Cavriago, 1977) o fa precipitare dall’alto al suolo (La performance, Galleria Civica d’Arte Moderna, Bologna 1977). Tra il 1979 e il 1980 completa La Campana (Gall. Tucci Russo, Torino 1981) e La Sovrana Inattualità (P.A.C., Milano 1982). Ha partecipato alle più importanti rassegne internazionali quali la Biennale di San Paolo, la Biennale di Venezia, la Biennale di Parigi, Documenta (Kassel). Tutto il suo percorso è volto a recuperare l’uso delle materie naturali, le materie prime che hanno fatto la storia della scultura, dal gesso alla terra, dal legno alla pietra, dal bronzo al marmo. Erede di una visione ancestrale del mondo e dell’opera dell’uomo, Mainolfi crea radure, alberi, montagne, città, soli, animali, personaggi, attingendo da un immaginario arcaico popolato da leggende e figure mitiche.
Conferenza stampa di presentazione lunedì 14 ottobre alle ore 12