Nascono a Bologna uniti dalla grandissima passione per la musica dei Pink Floyd e dall’idea iniziale e centrale del suo fondatore Marcello Rossi di voler introdurre, nel fitto panorama delle band che a loro si ispirano, una realtà che si auto costituisca quale vero e proprio tributo allo storico gruppo londinese, non limitandosi mai ad una sterile e meccanica riproduzione pedissequa ma restituendone un’immagine che si riveli invece un’impressione sempre viva e fluida del live e dell’invenzione pinkfloydiani.
I suoi componenti pur provenendo da storie ed esperienze diverse, contribuiscono col proprio gusto e con eccezionale intensità alla riuscita sempre efficace e sorprendente delle continue sperimentazioni targate The Dark Machine, riuscendo ad amplificare, grazie all’apporto artistico di ciascuno, potenzialità inedite e significati reconditi dei brani proposti.
Contravvenendo forse in parte all’immaginario standard di una cover band, i The Dark Machine si propongono come appassionati e appassionanti latòri delle innumerevoli dimensioni sonore pinkfloydiane, potendo presentare così un repertorio che spazia con senso critico e narrativo dalle creazioni più sperimentali e corali dei primi anni, fino agli album di impianto evidentemente più gilmuriano e solistico dell’ultimo decennio.
I The Dark Machine si evidenziano, così, per il singolare approccio allo studio e alla riproduzione dei brani, per l’indagine accurata e il rispetto del metodo compositivo che è alla base di ogni brano, per l’assidua ricerca di quelle immagini acustiche e di quei “pieni sonori”, dal sapore quasi sinfonico, che da sempre hanno contraddistinto la band britannica.