Lo spettacolo teatrale Feminae Forme Elette gode del Patrocinio Consiglio dei Ministri e del Dipartimento Pari Opportunità.
L’idea di mettere in scena un vero e naturale dialogo fra le Arti, nasce da anni di ricerca e studi sulla contaminazione fra arte visiva, musica, danza e recitazione. Una soluzione scenica, vissuta sulle assi di un palcoscenico, proprio perché il Teatro, fin dalla sua nascita, viene ideato come contenitore naturale di creatività e sentimento della narrazione. Il racconto fantastico o realistico conduce lo spettatore ad un coinvolgimento sensoriale unico e straordinario, dove emozione e conoscenza si arricchiscono in ogni rappresentazione.
START Spettacolo Teatrale delle ARTI è stato elaborato con questo intento antico di portare nuovamente lo spettatore dentro un percorso che, attraverso l’analisi di tematiche attuali e profonde, catturi il pubblico sullo stimolo fortemente emotivo del susseguirsi di immagini, video, performance di danza e musica, guidate dalla narrazione del curatore dell’evento.
Daniela del Moro, storico e critico d’arte, ideatore del Progetto/Compagnia START, è il narratore che insieme ad un gruppo affiatato di grandi professionisti, porterà la platea ad osservare e seguire, ma con la “leggerezza” di Calvino, temi di estrema attualità. Lo spettacolo si propone di affrontare e raccontare il rapporto donna/violenza/discriminazione/rinascita, attraverso il confronto e la conoscenza di artisti donne che dal passato ad oggi, hanno vissuto o attraversato e combattuto violenze fisiche, psicologiche, malattie e grandi dolori o discriminazioni e profondi disagi che hanno dato vita ad Opere straordinarie per etica ed estetica. Un racconto che come un unico “nastro”, si srotola da Artemisia Gentileschi, grande pittrice dei primi anni del seicento, ma soprattutto prima donna a denunciare (supportata dal padre) la violenza subita a soli diciotto anni e ad affrontare il primo Processo per stupro della storia nel 1612; una narrazione che prosegue con la straordinaria Frida Kahlo e la sua vita, segnata per sempre da un destino che le procurerà continue sofferenze fisiche e psicologiche, sempre combattute con la consapevolezza di una fine prematura, ma altresì di una vita vissuta sempre al massimo: nella creatività unica dei suoi autoritratti e nelle tante foto che la ritraggono sempre “colorata” con coroncine ricche di fiori sui capelli e l’immancabile rossetto rosso! E da Frida il percorso si lega naturalmente al periodo delle grandi rivoluzioni sociali degli anni settanta, insieme alla nascita delle prime performer come Gina Pane, Marina Abramovich e Shirin Neshat, per citare alcune fra le più importanti artiste di fama internazionale che attraverso il loro “corpo”, usato come tela o oggetto/soggetto d’arte, hanno “urlato” la loro contestazione, mostrato le loro ferite, le sofferenze e le malattie, in una realtà troppo violenta e lontana dalla doverosa considerazione e tutela verso il mondo femminile, un “urlo” consapevole e spesso portato con forza agli estremi della sicurezza personale, per scuotere nel profondo e sensibilizzare una società ancora sorda…
Il racconto quindi arriva fino agli artisti contemporanei, troppo spesso sconosciuti alla maggioranza delle persone, lontane da un’arte che “volutamente” il cosiddetto Sistema (gallerie, critici, case d’asta), ha isolato fra pochi “eletti”: una barriera inutile e che rende questo progetto ancora più unico e importante per fra la fruizione di opere certamente attuali, ma che mai tralasciano l’imperativo di rispettare etica ed estetica, come doveroso omaggio alla grande Arte.