MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE

Tracciando bilanci del secolo che si concludeva, agli inizi dell’anno 2000 la rivista Time elencò i dieci lavori teatrali più significativi del Novecento. Il primo posto assoluto toccò a I sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello.

Il secondo andò a Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller: senza alcun dubbio la grande commedia americana, quella che gli americani sentono come più autenticamente “loro”. Viene ripresa in continuazione in tutto il mondo, ma con Broadway ha un rapporto particolare. In una occasione particolarmente solenne, cinque o sei anni fa, il grande Mike Nichols la mise in scena riproducendo meticolosamente scene, costumi, musica e regia dell’edizione originale del 1948, con un interprete di eccezione come Philip Seymour Hoffman. Alla fine dell’ultima replica di questa produzione il pubblico come se si fosse dato un segnale non applaudì ma si alzò in piedi compatto, come davanti a un rito.

Perché il Commesso colpisce così profondamente? E perché è così americano (ma allo stesso tempo, così internazionale: se ne registrano persino versioni russe e cinesi in chiave anticapitalista e anticonsumista)? Perché è la storia di un sogno; la storia di un piccolo uomo e del suo sogno più grande di lui. Nella fiaba della farfalla e della formica, le simpatie vanno alla farfalla, benché questa venga sconfitta. E Willy Loman, sconfitto alla fine come la farfalla, non ha pazienza. È nato in un paese giovane e impaziente, forse figlio di immigrati; non ha radici, vuole salire nella scala sociale. Sogna a occhi aperti il successo facile, veloce. È un commesso viaggiatore che si guadagna da vivere con la parlantina, e ha allevato i figli al culto dell’apparenza e della superficialità; a disprezzare il cugino secchione e a puntare tutto sull’effimero; a essere attraenti, popolari, campioni sportivi. Ma ha finito per farne dei falliti, vedi soprattutto il maggiore, Biff, la luce dei suoi occhi, che però una volta questo padre deluse, distruggendo la propria immagine. Da allora il ragazzo ha perso ogni spinta e coltiva le proprie frustrazioni (è caratteristicamente americano anche questo incolpare i difetti dei genitori per giustificare le proprie sconfitte).

Sostanza a parte, è anche nella forma che il lavoro colpì ai suoi tempi per la novità, stimolando i registi (Elia Kazan, Luchino Visconti furono i primi) a trovare soluzioni per una narrazione di tipo cinematografico, con brevi scene in più luoghi e con un continuo altalenare tra presente e passato. Per dimostrare che sapeva quello che faceva, prima di comporre questo mosaico Miller scrisse un dramma dalla struttura rigorosamente classica, “Erano tutti miei figli”, tre atti con unità di tempo, luogo e azione. Il Commesso mischia invece verità e allucinazione, si svolge contemporaneamente sulla scena, sotto gli occhi del pubblico, e nella testa del protagonista, nella quale noi spettatori, a differenza dagli altri personaggi, siamo chiamati a entrare. Ne risulta una macchina di teatro che è rimasta appassionante e attuale oggi come ai giorni del suo debutto.

Masolino D’Amico

 

venerdì 06 maggio 2022 | ore 21:00

sabato 07 maggio 2022 | ore 21:00

domenica 08 maggio 2022 | ore 16:00

Recuperi stagione 19/20

20 e 21 marzo 2020 ore 21
22 marzo 2020 ore 16
Spettacolo inserito negli abbonamenti DUSEprosa, DUSE8rosso della stagione teatrale 2019/2020

GOLDENART PRODUCTION IN CO-PRODUZIONE CON TEATRO STABILE DEL VENETO - TEATRO STABILE DI BOLZANO

Michele Placido, Alvia Reale

di Arthur Miller

traduzione e adattamento Masolino D’Amico

con fabio mascagni, michele venitucci

con la partecipazione duccio camerini

e con STEFANO QUATROSI, BENIAMINO ZANNONI, PAOLO GATTINI, CATERINA PAOLINELLI, GIANLUCA PANTOSTI, MARGHERITA MANNINO, Eleonora Panizzo

scene Andrea Belli

costumi Silvia Aymonino

disegno luci Alessandro Verazzi

musiche Daniele D’Angelo

regia LEO MUSCATO

fotografie Azzurra Primavera

La durata dello spettacolo è di due ore e trenta minuti con intervallo

InteroRidottoMini
Platea29 euro26,50 euro23,50 euro
Prima galleria e palchi25 euro23 euro20,50 euro
Prima galleria (visibilità ridotta)21 euro19 euro18 euro
Seconda galleria21 euro19 euro18 euro
BIGLIETTERIA

FINO AL 30 GIUGNO: dal lunedì al sabato dalle ore 15 alle 19 e da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.
CHIUSURA: venerdì 2 giugno.