Non ho mai smesso di credere che bisogna sempre mettersi in discussione, accettare il rischio pur di far sbocciare idee nuove per meglio comprendere quel meraviglioso mondo della poesia che รจ il teatro. Ed eccomi qui per la terza volta, alla mia veneranda etร , impersonare Lear. Perchรฉ? Mi sono sempre sentito non allโaltezza ad interpretare quel sublime crogiolo di umanitร che รจ il personaggio di Lear. In questa mia difficile impresa mi accompagna la convinzione che per tentare di interpretare Lear non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo quanto la grande ricchezza umana che gli anni mi hanno regalato nel loro, a volte faticoso, cammino. Spero solo che quel luogo magico che รจ il palcoscenico possa venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa cโรจ di piรน poeticamente coerente di un palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Lear รจ la vita stessa che per raccontarsi ha bisogno di farsi teatro.
Glauco Mauri
Quello che mi ha sempre colpito di questa tragedia, che รจ una delle piรน nere e per certi versi enigmatiche tra quelle dell’autore inglese, รจ che sotto quel nero sembra splendere qualcosa di incredibilmente luminoso e proprio questa luce sepolta dall’ombra la rende cosรฌ affascinante. Padri indegni e figli inetti, padri indegni che hanno generato figli inetti, le madri assenti, estromesse dal dramma, parafrasando Amleto, qui la fragilitร รจ tutta e solo maschile. Nessuno dei personaggi รจ in grado di regnare, di assumersi l’onere del potere, nessuno sembra avere la statura adatta, nessuna testa ha la dimensione giusta per la corona, chi per eccesso, vedi Lear, chi per difetto vedi tutti gli altri. Solo giganti o nani in questo universo dipinto da Shakespeare. I tormenti di Lear, di Gloucester, i turbamenti di Edgar, i desideri di Edmund, i tremori e i terrori delle tre figlie del Re, Cordelia, Goneril e Regan, attraggono da sempre perchรฉ la complessitร e in alcuni casi la violenza che produce il conflitto generazionale รจ per forza di cose universale.
Andrea Baracco
Re Lear
venerdรฌ 11 febbraio 2022 | ore 21
sabato 12 febbraio 2022 | ore 21
domenica 13 febbraio 2022 | ore 16
Compagnia Mauri Sturno, Fondazione Teatro della Toscana
Glauco Mauri, Roberto Sturno
di William Shakespeare
traduzione di Letizia Russo
riduzione e adattamento di Andrea Baracco, Glauco Mauri
con Linda Gennari, Melania Genna, Emilia Scarpati Fanetti, Francesco Sferrazza Papa, Woody Neri, Dario Cantarelli, Laurence Mazzoni, Giulio Petushi, Marco Blanchi, Francesco Martucci
regia Andrea Baracco
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
musiche Giacomo Vezzani, Vanja Sturno
luci Umile Vainieri
La durata dello spettacolo รจ di tre ore con intervallo
Intero | Ridotto | Mini | |
---|---|---|---|
platea | 29 euro | 26,50 euro | 23,50 euro |
prima galleria e palchi | 25 euro | 23 euro | 20,50 euro |
prima galleria e palchi con visibilitร ridotta | 21 euro | 19 euro | 18 euro |
seconda galleria | 21 euro | 19 euro | 18 euro |